Prestiti a Cattivi Pagatori

Quando si è stati segnalati al Crif come cattivi pagatori, l’accesso al credito può divenire particolarmente difficile, almeno fino a quando l’iscrizione resterà attiva. Si è considerato un cattivo pagatore quando si è tardata una rata per oltre due mesi o quando si sono saltate almeno due rate mensili, senza che i ritardi siano stati sanati.

Nonostante ciò, i prestiti a cattivi pagatori esistono, anche se non si tratta di una vera categoria di finanziamento, bensì di alcune tipologie di credito, le cui condizioni particolari consentono alla banca o società finanziaria di erogare liquidità anche a chi ha avuto precedenti problemi nell’onorare i debiti o a chi è stato protestato. Parliamo della cessione del quinto (dello stipendio o della pensione) e dei prestiti cambializzati.
La cessione del quinto è un prestito personale dalla durata massima di 120 mesi, che prevede l’erogazione di una somma di denaro, che dovrà essere rimborsata con rate mensili non superiori al quinto dello stipendio al netto delle tasse e dei contributi, nonché delle eventuali altre rate di finanziamenti precedentemente accesi.

Questo prestito coinvolge tre soggetti: l’istituto erogatore, il debitore e il datore di lavoro di quest’ultimo, che nel caso di un dipendente pubblico è l’Amministrazione locale, centrale o, ad esempio, l’Arma dei Carabinieri. La rata viene mensilmente prelevata dalla busta paga del cliente dal suo datore di lavoro e accreditata in favore della banca o finanziaria. A garanzia del credito, essa dispone non soltanto della busta paga in sé, bensì pure il TFR maturato, cosicché si ha la sicurezza di vedersi rimborsato il debito anche nei casi di cessazione del rapporto di lavoro. Per i pensionati, è l’ente di previdenza a fare da tramite e ad indicare all’istituto la quota di pensione cedibile. La durata massima del rimborso è di 120 mesi e il prestito è a tasso fisso.

Si nota subito che, date le caratteristiche peculiari, la cessione del quinto può essere erogata anche ai cattivi pagatori e ai protestati, perché vi sono garanzie concrete e solide alla base della concessione del finanziamento. In più, i dipendenti statali hanno anche la possibilità di ricorrere al prestito delega, che altro non è che il raddoppio della cessione del quinto, potendo così ottenere una liquidità finanche doppia, fino a un massimo del 40% dello stipendio netto cedibile.

Lo stesso accade per i prestiti cambializzati, che consistono nell’erogazione di un prestito garantito dal rilascio delle cambiali firmate da parte del debitore. Esse costituiscono titolo esecutivo, grazie al quale la banca o la finanziaria può escutere il patrimonio del debitore, nel caso di inadempienza totale o parziale.
Il cliente si recherà periodicamente (mensilmente, di solito) presso il creditore a pagare la rata, ottenendo in cambio la riconsegna della cambiale a titolo di ricevuta di pagamento. Il debito si considera estinto, quando tutte le cambiali sono tornate in possesso del debitore.

Anche in questo caso, quindi, la garanzia cambiaria fa sì che il prestito possa essere erogato a soggetti considerati normalmente rischiosi, come i cattivi pagatori e i protestati. Attenzione, però, perché come per la cessione del quinto, il finanziamento è possibile, a patto che sia esibita almeno la garanzia reddituale, ossia che si presenti l’ultima busta paga e il CUD, nel caso di un lavoratore dipendente, il Modello Unico, nel caso di un lavoratore autonomo o un libero professionista e il cedolino della pensione, nel caso di un pensionato.

In assenza della garanzia del reddito, nemmeno il prestito cambializzato potrà essere erogato, tranne che non si abbia la possibilità di esibire garanzie alternative, ossia quella reale o personale. La prima implica l’iscrizione di ipoteca su un immobile di proprietà, che in caso di inadempienza potrà essere messo all’asta dal giudice e con il relativo ricavato si soddisferà il credito residuo. La garanzia reale consiste, invece, nella firma di un terzo soggetto, chiamato garante, il quale s’impegna con il suo reddito e/o i suoi beni ad assicurare che il debito venga saldato per intero, nel caso non lo faccia il debitore principale. Egli diventa debitore in solido ed è sua cura accertarsi che ogni scadenza di pagamento sia rispettata, altrimenti rischia di essere iscritto come cattivo pagatore, anche se non è stato messo al corrente dal debitore della rata tardata. In più, dovrà possedere gli stessi requisiti richiesti al debitore principale.

Nel caso in cui si abbiano i requisiti per ottenere un finanziamento con il prestito cambializzato o la cessione del quinto, l’unica possibilità resta la richiesta di cancellazione dell’iscrizione al Crif, che può avvenire dopo 12 mesi dalla data in cui il pagamento è stato sanato, qualora la rata sia stata tardata per almeno due mesi (o sono state tardate almeno due rate mensili), senza che siano avvenuti nuovi ritardi, oppure dopo 24 mesi dal pagamento, qualora la rata sia stata tardata per oltre due mesi (o sono state tardate più di due rate mensili); dopo tre anni dalla fine del finanziamento, se il ritardo non è stato mai sanato.