Prestiti Cambializzati

I prestiti cambializzati sono dei finanziamenti non finalizzati, nel senso che non sono vincolati all’acquisto di beni e servizi, pertanto colui che li richiede non è tenuto a dare spiegazioni dell’uso che intende fare della somma desiderata.

Si tratta ormai di una via di accesso al credito quasi del tutto caduta in disuso, sia perché oggi esistono altri strumenti più moderni per ottenere un finanziamento, sia perché e le banche e le società finanziarie la considerano una tipologia un po’ rischiosa, a causa delle scarse garanzie prestate dal cliente, come vedremo.
Esso, infatti, consiste nel rilascio di una o più cambiali da parte del debitore, che fungono da garanzia per il prestito erogato dal creditore. A ogni pagamento rateale, la cambiale viene restituita dal creditore al debitore, come ricevuta di pagamento.

Nel caso in cui il debitore non dovesse estinguere interamente il debito, come pattuito, la cambiale dà titolo alla banca o finanziaria creditrice di escutere il patrimonio dell’insolvente, fino a soddisfarsi della somma ancora vantata a credito.

Un’altra caratteristica del prestito con cambiali consiste poi nell’assenza della fase istruttoria, per cui la storia creditizia del cliente richiedente il prestito non è attenzione di un’indagine del creditore; per questo, tale strumento si configura adatto ai cattivi pagatori e ai protestati, ai quali viene normalmente negato l’accesso al credito, in seguito alla loro iscrizione al Crif. Nel caso di un precedente protesto, esso non deve superare l’ammontare del 50% del reddito netto del richiedente. Si tratta, in ogni caso, di un’agevolazione non di poco conto, se si considera che quasi nessun altro tipo di finanziamento viene concesso a chi è iscritto al Crif, così come consente al cliente di evitare l’imbarazzo dell’istruttoria, non avvenendo l’accertamento della sua situazione creditizia storica.
Quanto alle garanzie, viene richiesta comunque una busta paga, nel caso di un lavoratore dipendente, mentre per un lavoratore autonomo si tratta di esibire il modello unico. Anche il pensionato può accedervi, esibendo il cedolino pensione. Per i neoassunti viene spesso richiesta la doppia firma, con l’aggiunta, quindi, di un garante. A volte, può essere richiesta al lavoratore dipendente anche la garanzia del TFR accantonato.

Qualora non si abbia un lavoro, l’unico modo per ottenere un finanziamento cambializzato potrebbe essere la firma di un terzo soggetto garante o fideiussore, il quale si impegna con il suo patrimonio a pagare al posto del debitore principale, nel caso di inadempienza. In assenza, poi, anche di un garante, è ancora possibile ottenere questo tipo di prestito, fornendo una garanzia reale, ossia sui propri beni immobili. La rata del prestito cambializzato è costante, perché si applica il tasso fisso.

Operativamente, una volta ottenuto il prestito, il cliente sarà tenuto a recarsi ogni mese dalla propria banca (diversa da quella che ha erogato il prestito) o presso quella in cui si ha un conto corrente, per pagare la cambiale firmata, ricevendo in cambio quest’ultima a conferma del pagamento. Quando tutte le cambiali saranno tornate nelle mani del debitore, il prestito si considera rimborsato integralmente e il debito è estinto. Nel caso in cui non si abbia un conto corrente, sarà cura dell’istituto erogatore del prestito inviare al domicilio del cliente un assegno circolare. Quindici giorni prima di ogni scadenza, la banca invierà al domicilio del debitore un avviso per ricordargli del pagamento.
Il numero delle rate varia da un minimo di 36 a un massimo di 120 mensili, trattandosi di un finanziamento dalla durata compresa tra tre e dieci anni. E’ sempre possibile il rimborso anticipato del prestito cambializzato senza il pagamento di penali.
Oltre al reddito e/o alla garanzia personale o reale, sono richieste il documento di identità e il codice fiscale, all’atto della domanda. Quanto agli altri requisiti personali, il richiedente dovrà avere un’età compresa tra 18 e 70 anni. L’accettazione è prevista entro il tempo massimo di 8 giorni e l’importo varia da un minimo di 1.500 a un massimo di 50 mila euro.

Pertanto, possiamo affermare che il prestito cambializzato, pur non raggiungendo cifre notevoli, può comunque soddisfare esigenze di liquidità non indifferenti. In più, esso può essere spesso richiesto anche online, con un certo risparmio sui tempi di erogazione e sui costi.

Attenzione, tuttavia, a ponderare bene la scelta del finanziamento. Per chi possiede una busta paga, infatti, che sia o meno iscritto al Crif come cattivo pagatore o che sia protestato, potrebbe risultare più conveniente la cessione del quinto dello stipendio, perché in genere presenta tassi più bassi di un prestito cambializzato, il quale, essendo considerato più rischioso per il creditore, ha tassi più alti. Diverso il caso dei lavoratori autonomi, che non potendo accedere alla cessione del quinto, potrebbero trovare in questo tipo di finanziamento l’unica soluzione per loro possibile.

Così come per gli altri tipi di finanziamento, anche per il prestito cambializzato è sempre possibile chiedere un preventivo, anche anche online, il quale non impegna in alcun modo alla successiva richiesta formale.