In questo articolo spieghiamo come rifinanziare un prestito.
Il rifinanziamento di un prestito potrebbe essere la soluzione più appropriata per chi ha in corso uno o più rapporti di finanziamento e ha difficoltà a sostenere la-e rata-e mensile-i o desidera accendere un prestito sostitutivo a condizioni più vantaggiose o ancora ottenere liquidità aggiuntiva. Questa soluzione si chiama anche consolidamento debiti. Esso consiste, quindi, nel sostituire uno o più prestiti già contratti con un prestito dalle condizioni più favorevoli, con la possibilità di ottenere anche liquidità aggiuntiva.
In genere, il consolidamento debiti prevede una rata mensile più bassa della rata che andrà a sostituire o della somma delle rate da sostituire. Questo implica, però, che il periodo di rimborso potrebbe essere allungato. La convenienza per il debitore consiste nel risparmio degli interessi da maturare sul debito residuo, qualora essi siano superiori ai tassi offerti dal nuovo creditore, magari perché sono mutate le condizioni del mercato favorevolmente al cliente, oppure perché l’allungamento della durata del rimborso abbassa la rata mensile da pagare e ancora.
Quindi, l’istituto che erogherà il rifinanziamento del prestito provvede ad estinguere i finanziamenti precedenti per conto del debitore, il quale risulterà così obbligato verso quest’ultimo. I rapporti tra il debitore e l’istituto o gli istituti eroganti i finanziamenti passati cessano.
Nel caso dei lavoratori dipendenti, rifinanziare un prestito potrebbe essere più semplice, grazie all’esistenza della più importante garanzia per il creditore subentrante nei rapporti di credito del debitore, quella di un reddito stabile. Le soluzioni più agevoli potrebbero consistere nella cessione del quinto o nei prestiti cambializzati. Nel primo caso, si tratta di cedere parte del proprio stipendio o pensione mensile, per un importo non superiore al 20%, al netto delle imposte e dei contributi. Per i prestiti cambializzati, invece, la garanzia è offerta dalla firma delle cambiali, che rappresentano titolo esecutivo per l’escussione del debitore eventualmente inadempiente.
I lavoratori autonomi non hanno accesso alla cessione del quinto dello stipendio e potrebbero trovare difficile anche stipulare un finanziamento con il prestito cambializzato, specie nel caso di cifre richieste elevate, per cui potrebbero necessitare della firma di un garante o di una garanzia reale, ossia l’iscrizione ipotecaria su un bene immobile di proprietà.
Nel caso in cui il consolidamento debiti preveda di fornire liquidità aggiuntiva, questa potrebbe essere accreditata sul proprio conto. Il prelievo della rata mensile potrà avvenire tramite RID, su consenso del debitore in fase di stipula del contratto, oppure con il pagamento tramite appositi bollettini inviati dal nuovo creditore al domicilio del cliente. Ovviamente, il pagamento avverrà trattenendo direttamente la rata dalla busta paga, nel caso della cessione del quinto, oltre con il pagamento delle cambiali per i prestiti cambializzati di cui abbiamo parlato in precedenza.