Per avviare un’attività di impresa sono necessari finanziamenti, che spesso possono essere cospicui anche per quelle di piccole dimensioni, con il risultato che potrebbe essere necessario fare ricorso a un prestito.
A determinati requisiti, è possibile accedere al credito agevolato, erogato da bandi europei, nazionali e regionali.
Sono tipicamente due le categorie maggiormente tenute in considerazione dal legislatore, giovani e donne. Ciò, perché si tratta di categorie svantaggiate nel mondo del lavoro, a maggiorr ragione, se risiedono in territori economicamente depressi.
I finanziamenti erogati dalla UE per aprire un’impresa sono generalmente a fondo perduto per una quota del 40 o 50%, a seconda della regione di residenza del futuro imprenditore. Prevedono un tetto massimo alla cifra stanziabile, in rapporto a spese documentate e relative sia agli investimenti ammissibili per avviare l’attività, sia anche al primo esercizio.
Sono tre le tipologie di impresa finanziabili: lavoro autonomo, micro-imprese e franchising. Pertanto, le attività oggetto di finanziamento possono essere tra le più disparate, da quelle attive nel mondo del commercio ai servizi, passando per l’impresa vera e propria.
Anche la parte del finanziamento non a fondo perduto presenta notevoli vantaggi nelle condizioni applicate, visto che va rimborsato a un tasso d’interesse di appena lo 0,50% ed entro un arco di tempo di dieci anni.
In alternativa al fondo perduto è previsto il credito d’imposta. In questo caso, il finanziamento va rimborsato al 100%, ma il beneficiario ottiene un credito, che potrà essere scalato dall’imposta lorda risultante dalla dichiarazione dei redditi.
Per ottenere il finanziamento è necessario presentare un business plan a Invitalia, se in possesso dei requisiti anagrafici, relativi all’attività da finanziare e territoriali. Essa è l’agenzia del governo, incaricata di selezionare le domande e di offrire ai candidati ritenuti idonei un corso di formazione prima ancora che sia erogato il prestito.
Possono accedere ai finanziamenti agevolati all’imprenditoria femminile, invece, leditte individuali gestite da donne, le società di persone o cooperative costituite da donne per il 60%, le società di capitali, le cui quote sono per i due terzi in possesso di donne e le imprese, i consorzi, le associazioni, i servizi di consulenza e assistenza, le cui quote sono in mano alle donne per il 70%.
I requisiti relativi al possesso delle quote femminili devono essere mantenuti per almeno 5 anni dalla data di erogazione del finanziamento. Quanto agli altri requisiti, le imprese devono essere di non più di 50 dipendenti, avere un fatturato annuo non superiore ai 5 milioni e uno stato patrimoniale non superiore ai 2 milioni di euro.