Quando si richiede un prestito personale o finalizzato, la banca o la società finanziaria eroga il finanziamento dietro il rilascio di alcune garanzie. La prima consiste nell’esibizione della busta paga, a conferma che il cliente disponga di un reddito, grazie al quale potrà affrontare il pagamento della rata di ammortamento del debito. Qualora il richiedente non fosse un lavoratore dipendente, ma un autonomo o libero professionista, sarà necessario garantire il prestito con l’esibizione del Modello Unico.
Insomma, la garanzia reddituale, sia essa da reddito fisso, pensione o altro, è richiesta. Se non è possibile rilasciarla, vuoi perché non si dispone di alcun reddito, vuoi anche perché esso è già impegnato per il pagamento di altri debiti accesi in precedenza, non resta che fare ricorso ad altre tipologie di garanzia: reale e personale.
La prima riguarda i beni immobili di proprietà, su cui il richiedente potrà iscrivere ipoteca, se essi risultano liberi almeno in parte da eventuali precedenti ipoteche.
In quel caso, il cliente garantirà il prestito con l’ipoteca e nel caso in cui non dovesse pagare integralmente il debito, la banca o la finanziaria creditrice avrà titolo per chiedere al giudice che l’immobile venga messo in vendita e che il credito sia così soddisfatto con il relativo ricavato.
Se non si possiede nemmeno la garanzia reale, si può fare ricorso a quella personale, ossia alla firma di una persona terza, chiamata anche garante, la quale assicura il pagamento del debito con il suo patrimonio e il suo reddito, nel caso in cui il debitore principale non dovesse saldare per intero la somma dovuta.
Il garante dovrà possedere pressappoco gli stessi requisiti del debitore principale e si dovrà assicurare che ciascuna rata sarà pagata entro la scadenza.
Da quanto detto, quindi, emerge che i prestiti senza garanzie risultano pressoché impossibili da contrarre, specialmente se si è stati iscritti al Crif come cattivo pagatore, cioè se si hanno avute precedenti difficoltà nel rispetto delle scadenze pattuite con debiti contratti in passato. Altro caso negativo per la storia creditizia del richiedente consiste nell’essere stati protestati, che risulta dall’apposito registro tenuto dalla Camera di Commercio territorialmente competente.
Eppure, nonostante le evidenti difficoltà, contrarre un prestito senza garanzie non è del tutto impossibile, perché esistono alcuni finanziamenti ad hoc.
Un primo caso è quello dei prestiti d’onore, previsti sia dalle legge italiana che dall’Unione Europea e che mirano spesse volte ad erogare finanziamenti a soggetti considerati deboli nel mercato creditizio, come i giovani. Tali iniziative mirano a garantire finanziamenti agevolati per la piccola imprenditoria. La legge 608/96 e successive modifiche prevedono, ad esempio, l’erogazione di prestiti ai giovani, nei limiti delle risorse disponibili, per le micro-imprese, il franchising e i lavoratori autonomi.
Esistono, poi, i prestiti fiduciari, ossia finanziamenti agli studenti iscritti a corsi universitari o a dottorati di ricerca o master in Italia. Tali erogazioni sono esclusi a coloro che già godono di una borsa di studio. Esse consentono allo studente senza garanzie di ottenere un prestito che sarà restituito successivamente al completamento degli studi, di solito, a distanza di 24-30 mesi dall’ultima rata concessa, in modo da dare il tempo necessario di trovare un lavoro, dal cui reddito potere ripagare il debito. Questo viene spalmato su un numero di anni anche elevato e a tasso agevolato, cosicché l’importo mensile della rata risulti sostenibile. L’assenza di garanzia da parte dello studente è sopperita, in genere, dalla creazione di un apposito fondo da parte dell’ateneo. In sostanza, sarà l’università a garantire il prestito, perché è evidente che nessuna banca o finanziaria avrebbe voglia di concedere un finanziamento a chi non ha alcun reddito da lavoro o altre garanzie.
I prestiti finalizzati possono anche essere concessi a volte senza una garanzia prestata da parte dell’acquirente di un bene di consumo, perché le banche o le finanziarie erogano, in questi casi, la liquidità direttamente al commerciante/distributore. Questi, poi, farà pagare al consumatore in piccole rate mensili. Si pensi all’acquisto di un televisore o di un elettrodomestico.
Infine, si parla spesso di prestito cambializzato, in qualità di finanziamento senza garanzie. In verità, qui la garanzia esiste e si ha sotto forma di cambiale, la quale è un titolo esecutivo, che consente al creditore di escutere i beni del debitore inadempiente per la somma ancora dovuta.
A parte i prestiti erogati da istituzioni pubbliche, che sono molto allettanti in termini di condizioni offerte, va specificato che nella generalità dei casi, i prestiti senza garanzie sono più costosi di quelli ottenuti con il rilascio di almeno una garanzia. Questo, perché è evidente che sono considerati a più alto rischio da parte dell’istituto erogante, per cui si consiglia sempre di verificare il TAEG, ossia il costo effettivo del finanziamento, per farsi un’idea se valga la pena o meno di contrarre il prestito.