Oggi spieghiamo cosa sono i prestiti a protestati e come ottenerli.
Quando si richiede un prestito, la banca o la società finanziaria erogatrice provvede ad indagare la storia creditizia del potenziale cliente, interrogando la Centrale Rischi Finanziari, Crif, o il Consorzio di Tutela del Credito, CTC, al fine di verificare se si hanno avuto problemi in precedenza per il rimborso di una o più rate di un prestito.
Il protestato è giuridicamente, appunto, quel soggetto che non è stato in grado di onorare un debito, contratto sotto forma di titolo di credito (assegno, cambiale, tratta, etc.). In questo caso, viene inviato al domicilio del debitore inadempiente un pubblico ufficiale (ufficiale giudiziario, notaio, segretario comunale), che rileva le ragioni per cui il pagamento non è avvenuto. Qualora questi accerti che il saldo del debito sia impossibile, deve elevare il protesto, iscrivendo il debitore nell’apposito Registro dei Protesti, tenuto dalla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura.
L’iscrizione rimane per almeno 3 anni, salvo riabilitazione. Nel frattempo, le banche o le finanziarie possono accedere al registro e qualora risulti che il richiedente vi sia inserito come protestato, molto difficilmente gli erogheranno un prestito, pretendendo prima che avvenga la relativa cancellazione, oltre che garanzie solide.
La situazione di protestato è, quindi, socialmente molto sgradevole, perché pubblicizza ai terzi interessati la condizione di debitore inadempiente e ne sottolinea il profilo di rischio.
Ferma restando la difficoltà di un protestato a ricevere credito da parte delle banche, sono possibili soluzioni che trascendono da questa condizione, perché l’istituto erogatore si fa forte delle garanzie previste per la concessione del finanziamento.
Un esempio è la cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Si tratta di un prestito concesso a lavoratori dipendenti pubblici e privati e a pensionati, con l’importo della rata mensile che non può eccedere il quinto dello stipendio o della pensione, al netto delle tasse e dei contributi previdenziali. Qui, la condizioni di protestato non rileva ai fini dell’erogazione del prestito, perché la banca o la finanziaria hanno la garanzia della busta paga e del TFR già maturato in capo al lavoratore, per il caso in cui il rapporto di lavoro cessasse.
La durata minima è di 24 mesi e quella massima prevista è di 120 mesi. In ogni caso, non può superare la durata di tempo che intercorre tra la data del finanziamento e quella prevista per l’interruzione del posto di lavoro, tranne che per i dipendenti ministeriali, che possono decidere di traslare il debito sulla pensione. La rata viene trattenuta direttamente in busta paga dal datore di lavoro, che provvede al pagamento mensile.
Un altro finanziamento idoneo per questo tipo di clientela è il prestito cambializzato. Esso consiste nel cedere le cambiali alla banca o finanziaria erogatrice, che vengono restituite al debitore, man mano che avviene il pagamento delle rate. Tali cambiali fungono da titoli esecutivi e consentono, quindi, al creditore di escutere il patrimonio del cliente, in caso di inadempienza, fino a soddisfarsi della somma dovutale.
Sia nel caso della cessione del quinto che del prestito cambializzato, però, è condizione basilare che si abbia un reddito da lavoro. Nel primo caso, anzi, bisogna essere un lavoratore subordinato. Se non si ha un reddito dimostrabile o non si è lavoratori dipendenti, quindi, l’unica possibilità che il protestato ha di ottenere un prestito è di esibire altre garanzie: reali o personali.
Nel primo caso, si tratta di garantire il debito con il proprio patrimonio libero da eventuali ipoteche, mentre la garanzia personale è la firma accordata da un terzo soggetto, che s’impegna con i suoi beni e il suo reddito a rimborsare il debito, qualora il cliente risulti in tutto o in parte inadempiente. Solitamente, trattasi di un genitore, un parente, un amico, che risulta così debitore in solido.
Nel caso di un pluriprotestato, ossia di un debitore inadempiente più volte, potrebbe risultare opportuno il ricorso alla garanzia reale, ossia offrendo a garanzia i propri beni immobili non gravati da ipoteca, anche se il profilo di rischio risulta così alto, che di fatto sarà difficile persino in questi casi ottenere il credito desiderato.
Generalmente, un finanziamento a un protestato prevede l’erogazione della somma massima di 50 mila euro a un tasso fisso e per un periodo che va da un minimo di 12 a un massimo di 120 mesi.
Detto ciò, certamente risulterà più agevole richiedere un prestito senza essere iscritti al Crif come protestati. La cancellazione è possibile, a patto che si saldi il debito entro 12 mesi dalla levata del protesto, oppure dopo avere ottenuto la riabilitazione di un tribunale e ancora, dopo che ci si è rivolti a un legale, che provvederà a richiedere al tribunale competente la cancellazione dal registro delle camere di commercio.
Il protesto viene cancellato automaticamente dopo 5 anni, senza la necessità di dare mandato a un legale per il disbrigo della pratica. Sarà come se non fosse mai accaduto, anche se il creditore potrà sempre avvalersi di tutte le misure legali per ottenere la somma rivendicata.