I giovani in Italia sono l’anello debole del mercato creditizio, se non altro, perché l’alta disoccupazione tra le fasce di età più basse priva molti di loro di un reddito dimostrabile, mentre molti non possiedono nemmeno la garanzia reale, immobile di proprietà. In più, molti giovani lavorano spesso con contratti di lavoro a tempo determinato o di collaborazione, che sono considerati “precari” da una banca o società finanziaria.
Per questo, già da molti anni sono stati previsti strumenti di sostegno in loro favore. Il più noto è forse il prestito d’onore, istituito con legge 608/96, poi rafforzato con la 185/2000.
Esso consiste nell’erogare contributi pubblici agevolati per il 40% della somma e a fondo perduto per il restante 60%. Il finanziamento prevede per la parte agevolata l’applicazione di un tasso del 30% a quello di riferimento sul mercato alla data di stipula del contratto.
Il prestito d’onore è previsto in favore dei giovani di età compresa tra 18 e 35 anni e mira a sostenere il credito per iniziative imprenditoriali: micro-imprese, franchising commerciale e attività di lavoro autonomo.
Tra i requisiti previsti per l’erogazione del finanziamento, oltre al possesso della cittadinanza italiana o del permesso di soggiorno valido almeno fino a un anno successivo alla stipula del contratto, vi sono anche l’impegno del finanziato a mantenere l’attività per almeno 60 mesi, senza provvedere, quindi, alla chiusura o alla cessione, nonché di non sottoscrivere un contratto di lavoro subordinato, se non a tempo parziale, in modo da garantire la gestione dell’attività.
Quando si parla di prestito d’onore, si fa riferimento spesso anche a quello concesso agli studenti per il finanziamento delle spese relative all’istruzione universitaria, alla frequenza di un master o di un dottorato di ricerca in Italia.
Questo prestito richiede il possesso di requisiti di merito, anche durante il rapporto di finanziamento. In più, assicura allo studente un lasso di tempo di 24-30 mesi successivo all’erogazione dell’ultima rata, prima di iniziare a ripagare il debito, in modo da consentire allo stesso di avere il tempo per trovare un lavoro, dal cui reddito si potranno pagare le rate, queste ultime di importo non elevato, grazie ai tassi agevolati e al numero elevato di anni, anche quindici, del rimborso. Il prestito agli studenti è erogato dalle banche, ma in base alle convenzioni stipulate con gli atenei, i quali creano un fondo ad hoc, a garanzia dei finanziamenti concessi ai loro iscritti.
Per il resto, i prestiti per i giovani non sono una categoria a parte del credito, ma si suole indicare con questa espressione l’erogazione di finanziamenti delle banche e delle società finanziarie ai clienti fino a una certa età, al fine di attirare una fetta di clientela spesso esclusa dal mercato.
Si è già detto che il problema principale di molti giovani è l’assenza della busta paga, a causa dello status occupazionale di inattivo o disoccupato o perché si è studenti. In questi casi, esistono le soluzioni per ottenere ugualmente un prestito, ma bisognerà prestare alla banca una diversa garanzia da quella reddituale, ossia reale o personale.
Se si ha la fortuna di essere titolari di un bene immobile, si può far iscrivere ipoteca su di esso. La banca finanzierà, quindi, avendo come garanzia il fabbricato.
Se non fosse possibile nemmeno l’ipoteca, si può ricorrere alla firma di un garante. Questo si impegna a saldare in solido il debito, nel caso in cui il debitore principale risulti inadempiente. E’ cura del garante firmatario assicurarsi del rispetto di ciascuna scadenza di pagamento, altrimenti rischia di trovarsi segnalato al Crif, alla stregua del debitore principale. Il garante deve possedere gli stessi requisiti reddituali e/o patrimoniali di chi richiede un prestito in prima persona. Di solito, nel caso di un giovane, è spesso un genitore o un altro familiare stretto a garantire per il finanziamento.
Le giovani coppie, poi, hanno la possibilità di accedere a un mutuo per l’acquisto della prima casa, qualora i richiedenti abbiano entrambi non oltre 35 anni di età. Ciò è reso possibile dalla creazione di un fondo da 2 miliardi di euro da parte della Cassa depositi e prestiti, con la finalità di incentivare l’erogazione dei mutui immobiliari nei confronti dei giovani, che siano privi di un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Grazie alle convenzioni stipulate da diverse decine di istituti con la Cdp, sono stati erogati finanziamenti a copertura fino al 100% del costo dell’immobile, visto che la Cdp garantisce per il 50% del mutuo. Quest’ultimo non potrà essere concesso per un importo superiore ai 200 mila euro e alle coppie con reddito ISEE superiore ai 40 mila euro.
Entrambi i membri della coppia, poi, non devono possedere un altro bene immobile, né richiedere il mutuo per l’acquisto di un immobile rientrante nelle categorie A1, A8 e A9 o di superficie superiore ai 95 metri quadrati. Il finanziamento può, invece, essere usufruito anche da famiglie mono-genitoriali con figli minori, oltre da coppie coniugate con o senza figli.
I prestiti per giovani rappresentano quindi una possibilità molto interessante.