Si definisce cattivo pagatore chi non adempie al pagamento di due rate mensili consecutive o ritarda una rata per più di due mesi, siano esse di un finanziamento o di un mutuo. In questo caso, la banca o la società finanziaria creditrice invia al domicilio del debitore una sollecitazione di pagamento, che lo avvisa che se la rata tardata o le due rate tardate non vengono saldate entro i successivi 15 giorni, sarà inviata una segnalazione al Crif. Questo, per consentire al cliente di evitare l’iscrizione alla Centrale Rischi nella qualità, appunto, di cattivo pagatore.
Il Crif gestice il Sistema Informazioni Creditizie (SIC), che contiene le informazioni relative ai rapporti di finanziamento delle banche e finanziarie che aderiscono su base volontaria. Attenzione: al Crif non sono segnalati i soli eventi di natura negativa, bensì tutti i dati salienti e relativi ai rapporti di un finanziamento tra cliente e creditore, con aggiornamento periodico, legato alla frequenza delle scadenze di pagamento.
Dal momento che un individuo viene segnalato al Crif come cattivo pagatore, gli risulterà parecchio difficile accendere un nuovo mutuo o accedere a un altro finanziamento, perché l’iscrizione rimane per un certo arco di tempo e le banche o finanziarie sono poco disposte ad intrattenere rapporti con chi non abbia onorato in passato un suo debito.
Per questo, potrebbe risultare essenziale e preliminare la richiesta, ove possibile, della cancellazione. Essa avviene dopo un anno dalla data di regolarizzazione, se sono state tardate al massimo due rate e senza che siano seguiti ulteriori ritardi, dopo due anni dalla data di regolarizzazione, se si sono saltate più di due rate o per un periodo superiore a due mesi; dopo tre anni dalla data di estinzione del finanziamento, se i ritardi non sono mai stati sanati.
Anche il garante di un debito altrui, ossia colui che presta la sua firma, al fine di consentire ad altri di ottenere un finanziamento o mutuo, viene assimilato al cattivo pagatore, nel caso in cui il debitore principale risulti inadempiente e i ritardi non siano stati sanati in tempo utile, anche se egli non è stato messo al corrente del mancato rispetto delle scadenze. Rientra tra i suoi impegni, infatti, l’accertarsi che ogni scadenza di pagamento sia rispettata.
Il cattivo pagatore potrebbe vedersi respinte le richieste di nuovi finanziamenti per tutto il periodo in cui il suo nome appare alla Centrale Rischi. Per questo, potrebbe vedersi costretto ad attingere alla liquidità occorrente, prestando garanzie reali o personali. Nel primo caso, attraverso l’iscrizione dell’ipoteca su un immobile di proprietà, nel secondo, tramite la firma di un terzo garante.
In realtà, esistono alcuni prestiti accessibili anche ai cattivi pagatori e ai protestati. Trattasi della cessione del quinto e dei prestiti cambializzati.
La cessione del quinto gode, infatti, della solida garanzia dello stipendio. Il prestito cambializzato, invece, si avvale della garanzia della cambiale, titolo esecutivo per l’eventuale escussione dei beni del debitore inadempiente.