Quando si richiede un prestito, è ovvio che la banca o la finanziaria lo erogheranno, dietro il pagamento di un interesse, che si configura quale remunerazione per il creditore e che rappresenta un costo per il debitore.
Il costo di un finanziamento è rappresentato per obbligo di legge da due tassi, il TAN e il TAEG, ma va subito chiarito che solo il secondo ci fornisce un’idea completa di quanto sia oneroso il prestito, anche se il primo è l’interesse propriamente detto.
Il TAEG o Tasso Annuo Effettivo Globale è un indice puramente teorico, nel senso che non è il tasso con cui viene calcolato il prestito. Ciò è dovuto al fatto che oltre al tasso di interesse, rappresentato dal TAN, esistono altri costi che afferiscono al finanziamento, come le spese per l’apertura della pratica, di istruttoria, spese notarili, di incasso rata, di invio rata a domicilio.
Molti di questi altri costi sono voci fisse, nel senso che non variano al crescere del prestito erogato. Questo determina una maggiore incidenza del TAEG per i piccoli prestiti, per cui, nonostante TAN e TAEG siano sempre divergenti tra loro, la forchetta tende ad ampliarsi al diminuire dell’importo erogato.
Il TAEG, poi, sarà sempre maggiore del TAN. Ma c’è un’altra ragione mi pura matematica finanziaria, per cui i due tassi tendono a divergere.
Facciamo un esempio: se su un prestito di mille euro, la banca o la finanziaria mi chiede 50 euro di interessi all’anno, il tasso applicato è del 5% (50/1000).
Tuttavia, le rate non si pagano normalmente a cadenza annuale, ma infrannuale e nella maggioranza dei casi, i pagamenti sono mensili.
Nell’esempio appena citato, se anziché pagare i 50 euro di interessi alla fine dell’anno in un’unica soluzione, si pagassero 25 euro ogni sei mesi, a parità di costo nominale del prestito, il tasso pagato sarebbe in questo caso maggiore e pari al 5,06%. Infatti, in linea teorica, alla fine dei primi sei mesi, la banca otterrà i 25 euro, che potrà reinvestire subito, anziché attendere la fine dell’anno, come nel primo caso. In termini effettivi, quindi, il costo del finanziamento è qui maggiore e in generale cresce all’aumentare delle rate, fermo restando l’importo assoluto da corrispondere come interesse.
Possiamo affermare, quindi, che la divergenza tra TAN e TAEG tende a crescere sia con il ridursi dell’importo erogato, sia con l’aumentare del numero delle rate infrannuali.
La legge obbliga qualsiasi offerente prestiti ad esporre e pubblicizzare sempre i tassi TAN e TAEG applicati al finanziamento, in modo che ciascuno possa farsi un’idea completa dell’onere a cui va incontro contraendo il prestito.