Finanziamenti Imprenditoria Femminile – Come Ottenerli

I finanziamenti per l’imprenditoria femminile sono gestiti dalle Regioni e sono erogati dal Fondo europeo. L’obiettivo è di incentivare le donne ad avviare attività di lavoro autonomo, in modo da ridurre la forbice ancora esistente ne mondo del lavoro tra i due sessi e che vede svantaggiato le donne, in termini di tassi di occupazione.

I bandi sono disponibili sui siti Internet delle varie Regioni italiane e sono rivolti alle donne residenti nell’ambito territoriale specifico.

I finanziamenti all’imprenditoria femminile prevedono un contributo a fondo perduto, ossia il mancato obbligo di restituzione di parte del prestito, la cui percentuale è fissata dal bando e varia spesso da regione a regione. La parte restante del finanziamento è agevolata, ossia avviene a tassi di interesse di gran lunga al di sotto a quelli mediamente praticati sul mercato, oltre ad altre condizioni di favore. Ad esempio, nel caso specifico è applicato un tasso dello 0,50% e il rimborso può avvenire entro il tempo massimo di 10 anni.

In alternativa al fondo perduto potrebbe essere previsto il cosiddetto credito d’imposta, ossia l’impresa ha la possibilità di detrarre determinate spese, le quali saranno scalate dall’imposta lorda dovuta, in sede di dichiarazione dei redditi.

Affinché le agevolazioni previste siano possibili è necessario rispettare alcuni criteri. Anzitutto, l’impresa deve essere di piccole dimensioni, cioè avere meno di cinquanta dipendenti, un fatturato annuo non superiore a 5 milioni di euro e un patrimonio non superiore ai 2 milioni.

Se si tratta di ditte individuali, il titolare deve essere di sesso femminile, mentre nel caso delle società di persone o cooperative, esse devono essere costituite da almeno per il 60% di donne. Le società di capitali devono essere possedute da donne per almeno i due terzi delle quote di partecipazione, mentre le quote devono essere in mano a donne per il 70% nei casi di imprese, consorzi, associazioni, servizi di consulenza e assistenza. I parametri riferiti alla componente femminile devono essere mantenuti per almeno 5 anni.
Il Ministero per lo Sviluppo Economico prevede ogni anno anche l’assegnazione di risorse per incentivare l’imprenditoria femminile, attraverso il varo di bandi, di concerto con gli Enti locali, in attuazione della legge 215/92.

I bandi sono emanati a livello locale o nazionale e sono suddividi per macro-aree settoriali (agricoltura, manifatturiero, commerciale, servizi, turismo). Gli stessi fissano i criteri, in base ai quali sono stilate le graduatorie, pubblicate in Gazzetta Ufficiale entro 90 giorni dalla chiusura del bando. Tra questi, si trovano certamente il tipo di progetto imprenditoriale, la quantità di risorse necessarie, eventuali collegamenti con progetti di rilievo territoriale, il settore di riferimento.
Ulteriori informazioni sono disponibili sui siti della Regione di appartenenza e delle Camere di Commercio.

Anche in questo caso, è necessario il rispetto dei parametri legati alla componente femminile: le ditte individuali devono avere una donna come titolare; per le società di persone o cooperative bisogna che siano donne il 60% dei soci; per le società di capitali, le donne devono essere almeno pari ai due terzi delle quote di partecipazione e per 2/3 presenti nell’organo esecutivo. E le imprese devono rispettare anche i limiti dimensionali, non potendo essere superiori ai 50 dipendenti, il fatturato non può superare i 7 milioni di euro all’anno e l’attivo dello stato patrimoniale non può eccedere i 5 milioni di euro, nonché non può essere partecipata per più del 25% da una società o più società c congiuntamente di dimensioni superiori.
Le agevolazioni si possono avere in diverse forme: o tramite bandi che finanziano le start-up femminili, o per l’acquisizione delle attività preesistenti, sostegno alle attività di innovazione di prodotto, tecnologica e organizzativa; di formazione; di ampliamento e ammodernamento dell’azienda.

Per presentare la domanda, bisogna indicare tutte le informazioni connesse all’impresa e al programma d’investimento, esibendo anche l’attestato di iscrizione al registro delle imprese, nonché l’attestazione del possesso dei locali in cui si intende svolgere l’attività imprenditoriale.

Il finanziamento sarà per una parte a fondo perduto e per la parte rimanente a tasso agevolato dello 0,50% e da restituire entro un tempo massimo di 10 anni. E’ anche possibile, in alternativa, il credito d’imposta. Infine, potrebbe aversi un finanziamento solamente a tasso agevolato dello 0,50%.

Le spese finanziabili sono
studi di fattibilità e piani di impresa, impianti, opere murarie, beni usati per i casi di attività preesistenti, software, brevetti, attività e servizi reali.

Non sono ammesse le spese relative all’acquisto di utensili di uso manuale comune, di beni per uso promiscuo , spese di manutenzione ordinaria, scorte di materie prime, acquisto di terreni e fabbricati, beni usati, ad eccezione di quelli sopra menzionati.

Per reperire informazioni, è consigliabile collegarsi ai siti del Ministero dello Sviluppo Economico, di Unioncamere, delle varie Regioni italiane e dei comitati per l’imprenditoria femminile.
Il portale di Unioncamere www.imprenditoriafemminile.camcom.it raccoglie i bandi di tutte le regioni italiane, ordinati in base alla data di scadenza, dal più recente al meno recente e permette così di tenere sott’occhio tutte le iniziative di sostegno all’imprenditoria femminile in Italia.