In Italia, il riferimento per i giovani che intendono ottenere un finanziamento pubblico per aprire un’attivia imprenditoriale è Invitalia, che fino a qualche anno fa si chiamava Sviluppo Italia. Essa si occupa della fase istruttoria delle domande e delle erogazioni dei prestati, oltre che a svolgere i corsi propedeutici all’ottenimento del finanziamento.
Le leggi di riferimento sono la 608/96, rafforzata in termini di risorse dalla 185/2000.
Esse prevedono la possibilità di finanziare un’attività di lavoro autonoma per coloro che abbiano tra i 18 e i 35 anni di età. Vi possono accedere anche i cittadini dell’Unione Europea ed extra-comunitari, purché siano residenti nel territorio italiano da almeno sei mesi e risultino in possesso di un regolare permesso di soggiorno, la cui scadenza sia successiva di almeno un anno alla data di presentazione della domanda.
La peculiarità di questi finanziamenti, erogati dalle regioni per conto dell’Unione Europea, consiste nel concedere una somma pari fino al 50% dell’investimento effettuato, dato che è sempre richiesta la compartecipazione del beneficiario. Tuttavia, nel caso delle regioni meridionali, qualche volta è possibile anche il finanziamento fino al 90% dell’investimento necessario all’avvio o all’acquisizione dell’attività, di cui la metà a fondo perduto, mentre al Centro Nord, le stime parlano di un tasso medio di copertura dell’investimento dell’80% per il settore agricolo e al 35% a fondo perduto, del 60-70% per gli altri settori, 15% a fondo perduto.
Il prestito, chiamato anche d’onore, prevede che il 50 o 60% della somma sia a fondo perduto, cioè senza obbligo di restituzione, mentre il restante 40-50% sia erogata a tasso agevolato, ossia applicando un interesse pari al 30% di quello praticato sul mercato per categoria omologa di finanziamento. La durata del rimborso avviene nel tempo massimo di 10 anni.
I finanziamenti prevedono incentivi per le attività di auto-imprenditorialità (imprese agricole, industriali, artigianali, servizi alle imprese, turistici, fino a un massimo di 2,5 milioni di euro di investimenti) e di auto-impiego, che a sua volta si suddividono in attività di lavoro autonomi, di micro-impresa e di franchising. Per l’auto-imprenditorialità e l’auto-impiego, è necessario essere residenti nelle regioni di Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania, Basilicata, Puglia, Molise e Abruzzo e nei comuni montani del Centro Nord.
Un caratteristica di questi finanziamenti è che non hanno generalmente scadenza, ossia possono essere presentati in qualsiasi periodo dell’anno, salvo i limiti delle risorse disponibili. Una volta presentata la domanda, la risposta dovrebbe arrivare entro 60 giorni. Se accolta, si dovrà frequentare un corso di formazione organizzato da Invitalia, propedeutico allo sblocco dei fondi.
Il finanziamento sarà erogato dietro la promessa del beneficiario di mantenere in vita l’attività per un periodo minimo di 5 anni. Il contratto prevede, quindi, il divieto per tale lasso di tempo di cedere l’attività o di chiuderla, altrimenti decadranno retroattivamente i benefici ottenuti (capitale a fondo perduto, tassi, etc.). In più, sempre per un periodo di cinque anni non potranno essere sottoscritti contratti di lavoro subordinato full-time, mentre sono permessi i contratti part-time, in quanto compatibili con la prosecuzione della gestione dell’attività autonoma finanziata.
Quanto alle tipologie di attività finanziate, le micro-imprese possono essere nella forma di società semplice, in nome collettivo, in accomandita semplice e gli investimenti sono finanziabili fino a un tetto massimo di 129.114,00 euro, relativamente alle spese per l’acquisto di attrezzature, impianti, allacciamenti, beni immateriali a utilità pluriennale e ristrutturazione di immobili (10% degli investimenti ammessi). Sono finanziabili anche le spese di esercizio, come materie prime, materiali di consumo, semi-lavorati, prodotti finiti, oneri finanziari, canoni, prestazioni di servizi, assicurazioni su beni finanziati.
Per le attività in franchising sono ammissibili tutte le tipologie societarie, ad esclusione della forma cooperativa e delle società di fatto. Le affiliazioni finanziabili sono quelle commerciali e per la prestazione di servizi. Anche in questo caso sono ammesse a finanziamento (mix tra fondo perduto e agevolato) anche le spese relative al primo esercizio, oltre a quelle in conto capitale.
Per le attività di lavoro autonomo sono ammesse le ditte individuali costituite da lavoratori autonomi e gli investimenti sono finanziati fino al tetto massimo di 25.823,00 euro.
Per gli investimenti fino a 5.165,00 euro è previsto un contributo a fondo perduto relativo alle spese di gestione del primo esercizio oppure un finanziamento a tasso agevolato e relativo all’intero importo.
Per gli investimenti compresi tra 5.165 euro e 25.823 euro, il finanziamento è erogato a fondo perduto per il 40% della somma e a tasso agevolato per il restante 60%. Il contributo a fondo perduto è erogato fino a un massimo di 5.165 euro e in relazione alle spese del primo anno di attività.
In questo caso, la parte del finanziamento da restituire a tasso agevolato ha durata quinquennale e le rate sono trimestrali.
In teoria, queste agevolazioni non possono essere cumulate con altre analoghe, ma a volte è possibile il cumulo con altre agevolazioni di tipo fiscale.
Al fine di avere buone probabilità di essere selezionati per l’ottenimento del prestito agevolante, è necessario presentare un business plan convincente, oltre che avere una buona idea imprenditoriale in sé, anche perché le richieste sono molte e in forte crescita negli ultimi anni.